Siamo arrivati a questo punto... - 1°parte

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Immagine CC0 creative commons

Dopo il prologo che ho fatto nei giorni scorsi, ecco l'inizio del mio racconto, che sarà particolarmente lungo, fino ad arrivare ai giorni nostri, in una situazione che vedo come estremamente problematica, ma procediamo per gradi, andando subito ad affermare che il motivo principale, il filo conduttore (ma non certo unico) di questo racconto sarà il lavoro, o meglio, i lavori che ho svolto nel corso di tanti anni, perché ormai sono vicino ai 60, per cui, non troppo distante, si inizia a vedere il miraggio (o lo spettro, a seconda dei punti di vista) della pensione, ma non andiamo troppo avanti con i discorsi, e partiamo dall'inizio, dal mondo prima del lavoro, la mia infanzia, costellata sin da subito dalla percezione di doti che in famiglia erano abbastanza comuni, nel senso che già mia madre aveva evidenziato, a suo tempo, una netta predisposizione per il calcolo mentale, ma io rappresentai la classica evoluzione della specie, perché le buone doti di mia madre vennero quasi magicamente potenziate nella generazione successiva, in me particolarmente, in quanto mio fratello, pur non avendo bisogno nella vita comune della classica penna e foglio per eseguire i normalissimi calcoli quotidiani, era meno predisposto rispetto a me, che proprio adoravo la matematica spicciola, alla età di 4-5 anni ero già in grado di moltiplicare, dividere, sommare e sottrarre numeri ben più grandi di me, al punto tale che iniziai a fare delle domande, del tipo...

"Cosa c'è dopo 999 mila 999??", la risposta logicamente...

"Un milione..."

Per qualche tempo, se non ricordo male, presi confidenza con questi nuovi numeri per me, composti da 7, 8 e 9 cifre, poi un'altra domanda, ma con cognizione di causa, nel senso che dimostravo estrema padronanza dei numeri in sé e per sé, compresi appunto i numeri che riportavano cifre milionarie...

"Ma cosa c'è dopo 999 milioni, 999 mila e 999??"

Altra risposta logica...

"1 miliardo"..., e anche in questo caso stessa manfrina analoga a quella della padronanza delle cifre cosiddette milionarie, qualche giorno, forse alcune settimane, poi un'altra domanda, in quanto anche i numeri miliardari era diventati di comune utilizzo per me...

"Ma cosa c'è dopo 999 miliardi, 999 milioni, 999 mila e 999??"

Non so neanche adesso bene come si esprimono, forse triliardi, sono andato a controllare sulla rete proprio ora, c'è il bilione, ma ritornando al racconto, mi risposero che c'erano mille e più miliardi, diciamo subito pure che cifre fino a 12 numeri erano già più che sufficienti nella vita comune di tutti i giorni, aggiungendo sempre il fatto che avevo sì e no 5 anni...

Con questa grande dote mi avvicinai anche al mondo della scrittura, imparando naturalmente a scrivere senza nessun problema, tranne uno grandissimo, con il quale feci i conti ben presto, quando arrivai all'età di 6 anni e pochi mesi e iniziai a frequentare le scuole elementari, ritrovandomi di fronte una maestra, di vecchio stampo, retrograda, che come vide la mano con la quale scrivevo, iniziò una guerra personale nei miei confronti, perché io se da una parte avevo già mostrato ampiamente la mia grande dote matematica, d'altro canto commettevo un peccato mortale, quando prendevo in mano la penna, perché scrivevo con la mancina...

Continua...



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6 comments
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@tipu curate

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Ahia ahia. Mancino: eh si anche mia nonna, quando mi ruppi il polso destro a basket e cercavo di scrivere con la sinistra, mi impose piuttosto di fare questo “abominio” di non scrivere affatto.
Vecchie mentalità con i loro pregi da una parte ma in questo caso con i loro difetti

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E' stato un incubo che non è mai finito per me, hai detto benissimo, vecchie concezioni, che spesso funzionano perfettamente anche ai giorni nostri, questo fatto no, assolutamente, mi ha prodotto più danni di una grandinata in piena estate...

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