"Una porta che ho aperto (o che vorrei aprire)" - Partecipazione al Contest Unto&Bisunto

Un gatto, li amo da sempre, come ho visto questa immmagine, fra quelle disponibili su pixabay gratuitamente, è stato amore a prima vista, più o meno come quanto accaduto, un po' di tempo fa, in una circostanza che un po' mi è sfuggita di controllo, ma, tutto sommato, ben venga...

C'era un volta un porta, o un portone, fate voi, al quale così, quasi per caso, quasi per gioco, iniziai qualche tempo fa a bussare, non per vincere la monotonia di una vita zeppa di problemi e grane, ma per avere una boccata d'ossigeno, per poter lanciare ancora il cuore oltre all'ostacolo, a un certo punto di questa storia ho tentato di bussare a quella porta, difficile, dura, sembrava impenetrabile, perché forgiata su sofferenze che si perdevano nella notte dei tempi, da quanto tempo si erano manifestate, gli ingranaggi, i cardini di quella porta erano saldi, forse arrugginiti ma dannatamente saldi, per quanti sforzi io tentassi di fare, il tutto veniva, garbatamente, rimandato al mittente, ma per quanto ricevetti a livello di risposte negative, per quanto io tendevo al rilancio, per forza, la posta in palio era troppo alta, da discreto giocatore di Texas Hold'Em ero anche pronto all'All-In, ma ci voleva il tavolo dove giocare, e qualcuno disposto a farmi fare la mia giocata, fatto assolutamente non trascurabile, ma non demordevo, non indietreggiavo di un millimetro, spinto da una superiore forza mentale che mi faceva insistere fino quasi all'inverosimile...

I giorni passavano, lenti, cadenzati da contatti, piuttosto frequenti e sempre cordiali, di quella piacevolezza che scalda il cuore, e mi ripetevo costantemente...

"Possibile che non ci riesca, che sia così difficile, eppure quali possono essere le conseguenze, gli eventi negativi, cosa abbiamo in fondo da perdere? Io quello che ho in piedi, con i suoi pregi (in certi momenti pari quasi allo zero), e i suoi difetti (in certi momenti pari quasi al 100%), lei, se non ricordo male, non dovrebbe avere nulla in giro, però posso anche sbagliarmi, non si sa mai, per cui se ancora non mi ha detto di sì, se ancora non ha aperto quel portone da troppo tempo chiuso, qualche buon motivo lo avrà di certo..."

Con questo tran-tran si andò andare per qualche giorno, a volte mi sembrava di stare avanzando come un gambero, un passo avanti e due indietro, magari in diagonalmente per perdere meno terreno, non avevo di certo alzato bandiera bianca, mi sembrava ancora prematuro, arrendersi così, alla semplice manifestazione delle prime difficoltà, ma c'era da lavorare, in teoria, ancora parecchio, o almeno le pensavo, perché cedimenti vistosi non ne avevo ancora visti né ascoltati, poi, a un certo punto, un messaggio, così, all'improvviso, che ha squarciato il cielo limpido estivo come un fulmine...

"Va bene, ho capito, sei un grande adulatore, facciamo così, voglio concederti una chance, una possibilità, ci vediamo, stabiliamo il luogo, il giorno e l'ora, e poi sarà che che sarà, inutile starci sopra ancora del tempo perché servirebbe a poco o nulla, succeda quel che succeda, sì, dai, vediamoci da qualche parte..."

Mentre leggevo questo messaggio ho pensato se stessi sognando o meno, come, *vorresti dire che ce l'ho fatta? che ci vedremo da qualche parte? che alla fine quella porta sono riuscito ad aprirla??

Non mi sono fatto scappare questa occasione, come andrà a finire non lo so assolutamente, per tanti motivi, ma di certo rimane un fatto, non mi sono affatto pentito di averlo fatto, di aver bussato e ribussato a quel portone chiuso a tripla mandata, e di aver sentito i cardini girare e spalancare un'apertura dolcissima...