Siamo arrivati a questo punto... - 2° parte

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Immagine CC0 creative commons

La disperazione, i pianti, le lacrime che ho versato sui fogli interi che dovevo scrivere, lettera dopo lettera, con l'odiata mano destra, perché quella maledetta maestra elementare, pace all'anima sua ma per questo specifico caso la maledico ripetutamente anche dopo morta, non tollerava alunni che scrivessero con la mano sinistra, a nulla valsero le modeste e moderate proteste di mia madre, purtroppo è di origine contadina, e per loro la maestra, il professore (nel caso delle scuole medie o superiori) avevano una valenza e un grado sociale assoluto, per cui a parte il fatto di aver detto che io piangevo sui fogli che dovevo scrivere con la destra, non fece praticamente altro, la mia condanna fu quella di arrivare a metà del 2° anno che ancora non avevo una completa padronanza di scrittura con la mano destra, per un grandissimo rifiuto mentale che avevo ad impiegare quella mano, da una parte c'era la consapevolezza che non avevo scampo, che dovevo per forza di cose scrivere con quella mano perché la maestra lo imponeva e non c'erano margini di trattativa, dall'altro canto c'era il rifiuto oggettivo e psicologico di usare quella mano, che era dichiaratamente handicappata rispetto alla sinistra, la mano che il mio cervello aveva scelto, e che, al confronto con la mano destra, letteralmente volava nello scrivere, fu talmente condizionato questa imposizione che a distanza di diversi anni, quando in 2° Ragioneria venni rimandato in Stenografia per scarsa velocità di scrittura, la professoressa di allora si rese perfettamente conto il mio handicap era proprio di velocità manuale, perché avevo studiato quella materia ma non riuscivo a sviluppare velocità, durante l'esame di riparazione rallentò la velocità del dettato per consentirmi di tenere il ritmo di scrittura, addirittura si mise vicino a me, nel dettare le parole, e un paio di volte giunse persino a suggerirmi sottovoce, perché non ce la facevo ma non era colpa mia...

Ritornando alle elementari, a parte il discorso della scrittura, io ero il cocco di quella maestra, per le mia elevata propensione al calcolo matematico mentale e per il fatto che studiavo e apprendevo tutto quello che mi passava tra le mani, a parte la matematica un'altra mia grande passione era la geografia, mi mise a studiare e memorizzare tutte le lunghezze dei fiumi italiani e le altezze delle montagne, per poi passare alle capitali mondiali, popolazione, insomma tutto quello che era suscettibile di rilevanza numerica mi piaceva, perché ho da sempre adorato il numero, identificandomi con le grandezze matematiche, arrivati in 3° elementare la maestra mi portava come un animale in esposizione nelle altre classi, per competere con gli alunni di 5° elementare, in particolar modo con la velocità e rapidità di calcolo in moltiplicazione, nessuno era più veloce di me, solamente un bambino, che tra l'altro era un mio mezzo parente, si avvicinava parecchio alle mie prestazioni, seppur vinsi quell'ennesimo scontro diretto ma non di tantissimo, per il resto era tabula rasa...

La mia fama per la predisposizione al calcolo crebbe tantissimo, al punto tale che ben presto attirò l'attenzione di alcuni soggetti, bambini e ragazzetti, e uno dei difetti, dei peccati maggiori che affliggono l'animo umano è l'invidia, odio l'invidia e le persone invidiose, e durante quegli anni dell'infanzia apprezzai amaramente quando può far male l'invidia e la cattiveria umana, anche in bambini di tenera età, perché sanno essere crudeli e bastardi come e a volte peggio delle persone adulte...

Continua...



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4 comments
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Sì, verissimo, i bambini sono inconsapevolmente egoisti e crudeli.
È la natura umana che, quando si è infanti, non ha ancora imparato a celarsi dietro una maschera.
Non sono riuscito a leggere lo scorso racconto e nemmeno il preambolo ma leggerò questo.
Tra l’altro sbaglio o il racconto del cane non l’hai terminato?

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Parto dalla fine del tuo gradito commento, sì, non ho terminato il racconto del cane, per alcuni motivi, tra cui delle considerazioni personali che si potevano rivelare contraddittorie, oltre a una situazione che si è venuta progressivamente a creare, e che è sfociata nel bisogno, nel desiderio di sfogarmi per questo che sarà un lunghissimo racconto, dove la centro di tutto ci sarà la mia vita, con frequenti collegamenti al mondo del lavoro, che rimane la tematica principale ma non unica del racconto...

I bambini, quando vogliono, sono veramente bastardi, sanno di far male ma spesso fanno pure i verginelli del caso...

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