Siamo arrivati a questo punto... - 3° parte

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Immagine CC0 creative commons

Si diceva, alla fine della 2° puntata di questo racconto, di quanto possano essere bastardi e maledetti i bambini, i ragazzetti in genere, che possiedono sin dalla più tenera età la capacità di ferire, verbalmente e fisicamente, chiunque capiti loro a tiro, senza che questo fatto provochi loro alcun disagio, fu effettivamente così per tantissimi ragazzetti, che circa una cinquantina di anni fa me ne fecero di cotte e di crude...

Io ero diventato il loro zimbello, il loro capro espiatorio, il loro agnellino sacrificale che doveva sottostare a qualsiasi loro sfizio o tortura, sia fisica, sia verbale, al punto tale che per un paio di estati io, soprattutto durante la mattinata, mi rintanavo in casa, perché ero praticamente da solo, in giro per casa, precisamente al piano inferiore, c'era solamente una mia bisnonna, che non poteva di certo fare qualcosa o intervenire in mio soccorso, mia madre, mio padre, mio fratello, mia nonna e mio nonno erano impegnati, per cui le mattine estive della mia infanzia, con specifico riferimento agli anni 1975 e 1976, furono letteralmente infernali, in quanto sotto casa mia si ritrovavano almeno una decina di ragazzetti, di età compresa tra i 10 e i 16 anni, che mi invitavano calorosamente a scendere di sotto, ad andare con loro, per sottostare a chissà quali cose, mi bastarono e avanzarono un fatto, talmente brutale che non ho voglia di rispolverarlo, nonostante stia parlando di questi accadimenti e torture di vario genere, senza giungere a quel dannato pomeriggio, in cui mi salvai per una serie di circostanze fortuite, alcune volte fui soggetto a una tortura poco simpatica, che in gergo veniva chiamata come tortura del "fischia", che consisteva essenzialmente nello stringere con forza i testicoli del malcapitato di turno e ordinargli contestualmente di fischiare, era praticamente impossibile, e se non riuscivi a fischiare era pure peggio...

Il ritornello a cui ero sottoposto quotidianamente era quello di una presa per il culo verbale, una sorta di linciaggio vero e proprio, dove un cospicuo numero di questi allegri figli di troia urlava per decine di minuti consecutivamente il mio nome, associandolo ad insulti che spaziavano in ogni dove, non c'era verso di sfuggire a quelle feroci prese per il culo, perché era estate, faceva caldo, l'aria condizionata non si sapeva neanche lontanamente cosa fosse (almeno per un uso nelle comuni abitazioni), ed ero costretto a tenere le imposte aperte per il gran caldo, ogni tanto si deliziavano anche in divagazioni, come ad esempio quando si mettevano, in determinate condizioni di vento, ad accendere un fuoco sotto le finestre dove solitamente mi rinchiudevo, una puzza di fumo insopportabile, che mi costringeva per qualche tempo a chiudermi dentro, in un clima che era al limite del sopportabile, quanto vi sto riferendo potrà anche sembrarvi strano, ma dovete considerare che io sono nato, vissuto e cresciuto in una casa che si trovava a poca distanza dal centro storico di Rimini, ma che era, negli anni in cui si riferiscono questi accadimenti, aperta campagna, sulla facciata frontale della casa non c'era nulla se non un lago, una ex-miniera di argilla, di cui era stata abbandonata l'estrazione alcuni anni prima, le sorgenti naturali presenti avevano ben presto creato un lago, proprio sulla facciata di casa mia si concentravano spesso gli attacchi pirotecnici di questi bastardi, sfuggire loro era impossibile...

Continua...



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@tipu curate 2

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Grazie mille per il prezioso supporto che mi hai fornito...

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