Siamo arrivati a questo punto... - 56° parte
E arrivò uno dei periodi più neri, a livello lavorativo, che io abbia mai incontrato nella mia vita, raramente ho avuto dei rapporti di lavoro subordinato, e quello, in teoria, non doveva neppure esserlo, ma era tutto molto sulla carta, scritto ma non tradotto in pratica, se non in casi estremi, come vedremo tra non molto, ma dal mese di ottobre dell'anno 2015, fino alla primavera successiva, come mettevo giù il piede dal letto iniziavo a pensare...
"Oggi per cosa cazzo avranno il coraggio di incicchettarmi? Per cosa cazzo mi romperanno i coglioni? Cosa studieranno per farmi mangiare il fegato?", e via discorrendo, bestemmiavo mentalmente che uno scaricatore di porto mi faceva una sega, ma non c'era verso, non c'era scampo, quella nuova realtà, nella quale stentavo a riconoscermi, era quello che mi aspettava, io ero la causa dell'insuccesso, a dir loro, di quel negozio, della sua mancata esplosione, a livello di vendite, il tutto riconducibile al fatto che ero volgare, monotono, monocorde, incapace di proporre l'abbigliamento sportivo, capace unicamente di vedere le scarpe, pesante, scomodo, insensibile, e più o meno tutto quanto di negativo affiancabile al termine di commesso, sì, perché ero trattato come un commesso di vendita, anzi, per quello che riguarda il compenso, leggasi rimborso spese, ero addirittura equiparabile al più scarso degli apprendisti, mentre per quello che concerne la responsabilità, ero sempre in prima linea, rivestendo un ruolo istituzionale all'interno del piccolo organigramma di quell'azienda...
Mano a mano che i mesi passavano, era sempre peggio, ci furono degli episodi che mi fecero capire che non c'era verso, non avevo scampo, me ne sarei dovuto andare da quel negozio, perché non avevo più pace, mi sentivo costantemente inadeguato, fuori luogo, mortificato, a volte pure ridicolizzato, al punto tale che desideravo unicamente terminare quella bruttissima esperienza lavorativa, anche se costantemente ricevevo una minaccia, che per certi versi si rivelò come una triste profezia, che si materializzò negli anni seguenti, rappresentata dal fatto che mi veniva costantemente detto che a 50 anni non era così facile e scontato trovare un altro posto di lavoro, io non ci facevo caso più di tanto, avevo sempre rimediato in passato un altro posto di lavoro mentre chiudevo un'esperienza lavorativa, e anche in quel caso pareva proprio che ci fosse un altro negozio disposto ad accogliermi a braccia aperte, pareva che l'unico problema fosse rappresentato dalla condizione che dovevo liberarmi di quel posto di lavoro, per andare a braccia aperte a sposare la causa di quel negozio che mi stava letteralmente aspettando, per creare un angolo dedicato al running sulla base delle mie indicazioni, sulla base di questi presupposti non potevo ancor di più rimanere a faticare in un negozio che non aveva più stima per quello che avevo sempre cercato di fare, servire al meglio la clientela e supportare una crescita in termini di aumento dei volumi di vendita, ma quelli erano i miei legittimi intenti, era quello che da tempo, sin dal primo momento in cui avevo messo piede in quel negozio, mi ero prefissato, peccato solamente per il fatto che gli altri, marito e moglie, non la vedessero assolutamente come me...
Continua...